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LE EDIZIONI D'ARTE DI GIULIANO GRAZIUSSI

Aeroromeeting 1983

"Frecce sulla laguna"

 

Cartella contenente 14 serigrafie cm. 35x50, firmate di pugno dagli artisti di seguito elencati, in 140 esemplari di cui 100 in numeri arabi e 40 in numeri romani.

Impianti e telai distrutti a tiratura ultimata

Vittorio Basaglia

Ludovico De Luigi

Renato Borsato

Carmelo Zotti

È stato detto che l'uomo è più figlio del suo tempo che di suo padre; se ciò è vero, l'aviazione, o meglio l'aspirazione al volo è proprio figlia di quest'epoca, prodotto di una incuba­zione che ha coinvolto l'uomo per secoli, entrata nella mitologia, nella scienza, nella storia della civiltà, nell'arte. Con Leonardo da Vinci la rappresentazione del volo si materializza nella carta, diventa schizzo nervoso imitante il battito delle ali degli uccelli, del volo librato, della meccanica di una nuova aerodina: quella dell'uomo volante.

Ma nessuna scienza, come quella del volo, è così veloce da superare se stessa nel tempo, quando l'oggi è già ieri. Per questo Venezia, incontro sinergico di un passato-presente, raccoglie la sfida ripropo­sta dall'aviazione con la realizzazione di un Aeromeeting che metta a fuoco gli ultimi ritrovati della tecnica aerospaziale, pur non trascurando gli archetipi dei pionieri. L'arte non poteva mancare a questo appunta­mento: quella di ieri con Leonardo da Vinci, espressa in chiave tecnica e prospettiva, e quella di oggi, che si esalta in una proposta emozionale e romantica di "frecce", non più ali, sulla laguna.

L'epoca in cui gli artisti miravano a rappresentare il volo degli uccelli e a copiarne la conformazione delle ali è già preistoria.

Giancarlo Ligabue Presidente Aeroclub di Venezia

Nino Memo

Giuseppe Gambino

Aldo Andreolo

Armando Pizzinato

In questa città così ricca di pietre antiche, e così povera di idee nuove, fa senz'altro notizia - stavo per dire scandalo - il progetto insolito di un gallerista e di un pilota (Graziussi e Paterno) che realizzano una "cosa d'arte" su un avvenimento sportivo, l'Aeromeeting. E così, come ai tempi in cui Venezia era viva, mercanti e pittori ed esploratori si mettono insieme e creano quattordici bozzetti che un giorno saranno famosi, e li riuniscono in una cartella di serigrafie che molto probabilmente lascerà un segno, imporrà una scuola o una moda.

Mentre osservo le "prove d'artista" appena uscite dallo studio serigrafico, oso sperare che finalmente qualcosa si muova, o rinasca, nella città che fu di Guardi e di Tintoretto. Penso al fervore che c'era un tempo nella scuola di San Rocco, o a Santo Stefano, o alla Madonna dell'Orto. Vuoi vedere che la Sere­nissima, per una qualche misteriosa congiun­zione astrale, si sveglia e si mette a produrre? Molto mi piace l'idea che questi pittori abbia­no risposto allo stimolo del gallerista (all'idea delle "Frecce sulla laguna" con lo stesso en­tusiasmo che bruciò le dita ai primi impressioni­sti, o ai macchiaioli del buon tempo lombardo. E anche assai mi solletica la scoperta che un gruppo di artisti veri è presentata con parole chiara. E se avessero finalmente capito l'inse­gnamento di certi critici vecchiotti, che si chiamavano Baudelaire, Ruskin, Soffici? Ultima, ma non infine: questa iniziativa nasce "privatamente", senza padrini politici. È un miracolo?

Nantas Salvataggio

Franco Batacchi

Gino Morandis

Bruno Saetti

Mi disse un giorno F.T. Marinetti: "Le automobili ruggenti mi avevano eccitato, gli aeroplani mi avevano esaltato. Scrivevo ancora in francese quelle poesie che piacevano a Sarah Bernhardt, quando mi resi conto che bisognava fare tabula rasa del passato, perché la vita moderna assumeva un nuovo dinamismo. E nel manifesto del futurismo pubblicato dal "Fi­garo" il 22 febbraio 1909, dicevo: noi affermia­mo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velo­cità".

Pochi mesi dopo quel febbraio del 1909, Blériot traversava la Manica con il suo piccolo ae­reo, e i pittori e i poeti che avevano aderito alla rivoluzione di Marinetti si cimentavano con le loro audaci interpretazioni della "sintesi", del­la "velocità", della "simultaneità", del "movimento", vedendo nell'aviazlone la più sublime, sebbene convulsa, espressione dell'ansia per le nuove conquiste del genere umano. Più tar­di nasceva il "Manifesto dell'aeropittura". Sarebbe cosa assurda e sciocca, a distanza di oltre settantanni, voler accostare al futurismo, o al dadaismo, o al surrealismo, i quattordici pittori veneti che hanno creato le opere rac­colte in questa cartella e che, avendo ciascu­no una propria spiccata personalità, potreb­bero essere riconosciuti singolarmente come capiscuola. Il mio ricordo di Marinetti, o di Boccioni e delle "trasformazioni dinamiche della vita", vuole più modestamente tendere a dimostrare come ancor oggi, anzi, più che mai in questa era di voli spaziali, le ali rappresenti­no un'aspirazione che è fonte di ispirazione per chi nella percezione quotidiana della real­tà traduce gli oggetti, e il loro aspetto plastico, in emozioni che rivelino l'artista e si trasmetta­no all'osservatore. È merito di Giuliano Graziussi aver voluto stimolare questi maestri del tempo nostro a cimentarsi con il soggetto af­fascinante delle "frecce sulla laguna", in cui l'ala passa fulminea su quanto la natura e gli uomini abbiano creato di più bello al mondo, in un ambiente che riflette evoluzione e cultura.

Giuliano Graziussi è un giovane amatore d'arte, che nasconde la sua passionalità e la sua tena­cia puntigliosa sotto la veste amabile del genti­luomo tollerante per educazione e per la convenzione ippocratica secondo la quale vita brevis, ars longa, occasio praeceps, experimentum pericolosum, judicium difficile. Ma Graziussi sa cogliere l'occasione fuggevole come può essere quella di un suggestivo "aeromeeting", sa affrontare un esperimento pericoloso, e sa giudicare, sa giudicare questi maestri veneti che hanno raggiunto la fama presso cri­tici ed estimatori, mentre spesso non sono te­nuti in sufficiente considerazione da coloro che per dovere d'ufficio, se non per dottrina, avrebbero il compito di proteggere le arti e le lettere per mantenere viva la tradizione della Serenissima.

Ettore Della Giovanna

Lino Dinetto

Tono Zancanoro

Mario Abis

 

 

 

 

DEDICATA ALL'AEROMEETING 83

 

Parlando di Venezia

 

Città sospesa nella favola

Dono di un dio delirante

Amante del sogno

Inquieta e volubile città

Che sposi la bellezza dei cieli col mare

Hai il cuore salmastro e il volto coperto d'erbe marine

Hai la dolcezza crudele del ricordo e il sapore amaro del tempo

Il tuo corpo sfatto riverbera la luce dell'attesa e del silenzio

E l'occhio del buio è inquieto per le tue calli

E le stagioni si distendono voluttuose membra adolescenti

Venezia promessa antica agli uomini

Mario Stefani

 

per maggior informazioni: palagraziussi@tin.it

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