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LE EDIZIONI D'ARTE DI GIULIANO GRAZIUSSI

Renato Borsato:

Ricordi di Sicilia

 

Cartella di 4 serigrafie.

autografate di pugno dall' artista

 

 

 

 

serie di 4 serigrafie raffigurante quattro paesaggi della Sicilia,

realizzate e firmate ognuna da Renato Borsato

Misure: cm. 35x25 ognuna

Tiratura: 100 esemplari

Ognuna autenticata con timbro a secco Giuliano Graziussi Editore in Venezia

 

per maggior informazioni: palagraziussi@tin.it

Borsato: protagonista dell'immagine Intervista di Giuliano Graziussi a Renato Borsato (Vivere a Venezia luglio-settembre 1992)

Veneziano, il Maestro Borsato vive e opera a Venezia. Ha lavorato in Francia, Svizzera, Austria, Inghilterra. È attivo sin dal 1950 con esposizioni provinciali, regionali, nazionali e internazionali. Ha vinto numerosi premi di pittura e si è imposto tra i migliori giovani artisti all'attenzione dei critici e del pubblico. Nel 1954 entra per la prima volta alla XXVII Biennale Intemazionale di Venezia con cinque opere, con le quali ottiene il Premio Tursi. Nel 1955 espone alla XXVIII Biennale Internazionale d'Arte di Venezia con tre dipinti, dei quali uno verrà acquistato dal Presidente Gronchi e un altro dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma. Seguiranno anni che lo vedranno in varie città d'Italia: Milano Trieste, Genova, Viareggio, Palermo, Grosseto, Cagliari... Dovunque si rechi, il Maestro Borsato lascia una traccia del suo passaggio, con Mostre, interviste rilasciate anche a testate straniere, riconoscimenti, documentari sulla sua attività ("Borsato a Venezia", documentario della televisione bavarese). Renato Borsato ha partecipato a molte rassegne in Italia e all'estero, riscuotendo ovunque successo.

Maestro Borsato, quali sono state le maggiori difficoltà incontrate nella sua gestione della Fondazione Bevilacqua La Masa, in qualità di Presidente?

Fui nominato Presidente durante un"'avventurosa" seduta del Consiglio comunale nel 1979. Per mia sfortuna, venni nominato Presidente e, dal momento che ogniqualvolta mi viene affidato un incarico, mi impegno sempre a fondo (è questa la mia natura), così, ho speso ben sette anni della mia vita in questa gestione. La situazione è senz'altro migliorata in quel periodo. Infatti, si è creata una nuova Galleria, che prima era un magazzino, una cosa assolutamente penosa; ho cercato gli uffici, un'equipe che potesse coadiuvarmi. Poi, che le cose siano andate diversamente da come prospettavamo, è un altro discorso. I grossi problemi che assillano il Paese, si sa, investono di riflesso anche le piccole cose. Bevilacqua La Masa è una grande istituzione e nasce praticamente con la Biennale di Venezia. I gerenti di ordine politico di questa istituzione non se ne rendono conto e non riescono, forse perché impegnati in altre faccende, a comprendere l'importanza culturale della Fondazione Bevilacqua La Masa che io sono riuscito a portare a livello internazionale con mostre in Australia, in Inghilterra, nel Texas e in tanti altri Paesi. Le parole d'ordine che in quegli anni mi imposi furono dunque: essere dalla parte dell'artista e favorirne la conoscenza. Ciò mi consentì di raggiungere dei risultati notevoli che sento ormai dimenticati. Soprattutto, durante la mia gestione, era la figura del giovane creatore a dominare. Ho cercato di modificare lo Statuto. Mi ero prefissato questo impegno e mi fu impedito. Allora non capii che questo avrebbe contribuito al lento, inesorabile declino della Fondazione e al tramonto, forse, dell'ultima grande occasione artistica per Venezia. Trovo assurdo l'ingresso dei Sindacati in questa struttura, anche perché la gestione dovrebbe essere affidata a giovani che partecipano alla vita della città. Bevilacqua La Masa nacque a Ca' Pesaro, che da anni non vede presente alcun giovane artista veneziano, chiuso da restauri che si protraggono vergognosamente. La Galleria di Piazza San Marco, se non è chiusa per mesi, ospita mostre retrospettive di dubbia qualità, spesso già viste in terraferma.

Dopo tante amarezze, la Fondazione l'avrà senz'altro gratificata di molte soddisfazioni. Ne vuole parlare?

Dovrei essere spietato riandando indietro a quegli anni. Avevo a cuore questi giovani artisti e non ho ricevuto non dico una medaglia d'oro da parte del Comune di Venezia, ma neanche una lettera di ringraziamento, nemmeno di "benservito". Credo di essere stato - l'ho anche scritto su alcuni quotidiani - l'unico Presidente in Italia a non essere mai stato retribuito. Comunque, voglio ricordare che in quegli anni si restaurarono gli storici studi di Palazzo Carminati, venne aperta una sede espositiva a Mestre, si "conquistarono" due sale a Ca' Pesaro, vennero ristrutturati la Galleria di Piazza San Marco e gli uffici amministrativi di S. Luca. Si organizzarono decine e decine di mostre: una ogni quindici giorni in galleria, esposizioni a Ca' Pesaro, a Mestre, in Italia e all'estero. E ancora incontri, dibattiti, Seminari, occasioni di confronto con realtà artistiche italiane e internazionali, che ormai la Bevilacqua La Masa non offre più da anni.

Come va il Mercato dell'arte?

Il Mercato dell'arte è oggi un mercato curioso ed estremamente evanescente perché la gente ha perduto determinati valori: la casa,la famiglia, la Chiesa. E così anche l'amore che si aveva per le Gallerie, le Mostre, i quadri, è diventato un amore di massa, per cui chi vuole vedere un quadro paga un biglietto.

Che cosa le ispira il titolo della nostra testata "Vivere a Venezia"?

Vivere a Venezia è un atto di coraggio. Noi veneziani, che ci consideriamo ancora "pimpanti" non vogliamo far diventare un geriatrico la città di Venezia. Ci sono ancora artisti validi a Venezia? Penso di sì, solo che Venezia è riuscita a sponsorizzare "Il Moro di Venezia", mentre non è riuscita a sponsorizzare i suoi artisti.

C'è un sogno che il Maestro Borsato pittore vorrebbe vedere realizzato ?

Avrei parecchi sogni da realizzare. Bisogna sempre pensare che domani è un altro giorno. Ciò cui terrei veramente è che determinate cose a livello organizzativo, sia alla Biennale, sia alla Bevilacqua La Masa funzionassero veramente. Ora c'è il dott. Favero e mi auguro che le cose tornino a com'erano nella mia gioventù. Di quella esaltante esperienza alla Bevilacqua La Masa oggi, purtroppo, è rimasto ben poco. Mi auguro solo che i giovani artisti veneziani riescano a smascherare chi ha realmente provocato la crisi: quei "managers" della cultura che hanno svenduto l'arte e la creatività giovanile ricevendo come contropartita un effimero potere. Gli "speculatori" dell'arte contribuiscono alla morte di Venezia.

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